Due giovani sposi dell’aristocrazia siciliana vengono separati dalla guerra: lui parte per il fronte, lei, incinta, durante un bombardamento cade e rimane ferita. La caduta le causa la perdita della memoria. Dimessa dall’ospedale la giovane, con il suo bimbo appena nato, non sa dove andare né riesce a ricordare il suo nome e la sua famiglia.
Le diverse vicissitudini si susseguono, e ogni volta la giovane è presa in una rete di eventi che la travolgono, ma a cui lei oppone resistenza con la forza di un carattere che non si piega alle forze ostili del destino.

L’inquieta, terribile interrogazione sulla distanza e sulla memoria, nella ricerca del ritorno del tempo, agisce tra oggetti che richiamano alla mente contatti passati, frammenti di ricordi e lontananze.

Santina Amenta, è l’autrice del romanzo “Il portale intarsiato”, madre di Gabriella De Blasio (che ha curato la pubblicazione del libro).

Donna di raffinata cultura, di grande fascino e di straordinaria bellezza del secolo scorso. Disegnatrice tecnica, realizzava progetti di precisione su lucidi per la Microtecnica, la Westinghouse e l’Arsenale Militare. Membro del direttivo torinese dell’Azione Cattolica, era solita scrivere, a sostegno delle linee guida dell’associazione, con signorile garbo e competenza. Pronta e spigliata, buona e generosa nell’animo, aperta verso gli amici, intransigente e nel contempo dolcissima nell’educare i suoi due figli, portava in sé la solarità della sua Sicilia.
Oltre al romanzo citato, scrisse novelle e racconti, mai pubblicati.