Il titolo del libro nasce da Chandra Livia Candiani. E si completa così come è detto all’interno: ... spaccarsi, smi-
nuzzarsi, offrirsi, per avere e dare luce. “Il silenzio è cosa viva”, è il titolo del libro di questa autrice, che abbia-
mo letto insieme all’inizio del lockdown. Con altrettanta attenzione abbiamo elaborato articoli con input di autori
vari, e al termine del lockdown il documento della Commissione CEI “E’ risorto il terzo giorno”. Nel nostro libro
ci sono riflessioni filosofico-spirituali che abbiamo scritto in tempo di oscurità e paura, ascoltando il silenzio, il
mondo, le persone, gli eventi molto bui. Lo scopo della pubblicazione è di non disperdere quanto abbiamo percepi-
to e vissuto in questo strano tempo. In fondo abbiamo fatto due grandi esercizi: uno è stato l’immersione nel Mi-
stero Pasquale che da sempre vuole caratterizzare la nostra proposta di spiritualità (il dolore del Venerdì, l’attesa
del Sabato, la gioiosa speranza e la Luce della Pasqua). L’altro esercizio è stato tenere gli occhi aperti come il
gufo nel buio della notte e intravvedere le luci della speranza. Certamente la motivazione più profonda è detta nel
sottotitolo: in tempo di pandemia, siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. La via della proposta cristiana non
si ferma a “tutti fragili e tutti uguali”. La fragilità è stata la scoperta sorprendente del nostro vero umano. L’esse-
re uguali ci ha visti fratelli e sorelle nel vivere la paura e “il tutti a casa”, ma non il vivere la stessa sorte. Basti
pensare ai morti, agli anziani, alla difficoltà di tenere aperto almeno un poco la relazione con le persone ca-
re. L’essere preziosi è la luce che è emersa dalle crepe delle paure. Da sempre l’annuncio cristiano ha messo in
risalto la preziosità della persona, perché espressione dell’amore di un Dio che non abbandona nessuno, si fa do-
no gratuito a tutti, un amore reale e fedele manifestato in Cristo e donato nel suo Spirito. Accanto alle riflessioni
di Anna Maria e di Cristiana, troviamo persone che hanno voluto offrire la loro risonanza del faticoso periodo di
prova; da Riccardo Ferrati che scrive una lettera al male invisibile (Covid-19) come introduzione al libro, alle al-
tre testimonianze riportate da pag. 88 in poi: compresi alcuni giovani e due bambini di 9 e 10 anni. Le autrici
hanno voluto dare la parola a quanti hanno accettato di esprimere la loro ricerca, la loro fede, la loro speranza, la
riscoperta delle relazioni familiari, anche l’angoscia, insieme a nuovi problemi di convivenza e di lavoro. Chi leg-
ge potrà risuonare e mettersi a guardare insieme il futuro. E’ questo che ci fa evitare quel virus piu’ pericoloso
denunciato da papa Francesco che è l’egoismo indifferente o il dimenticare tutto, come se niente fosse accadu-
to. Non è finita questa pandemia. Siamo tutti dentro, coperti dalle mascherine e chiamati ad essere responsabili.
Vogliamo continuare a raccogliere in noi e tra noi le luci della speranza, gli interrogativi e le paure della nostra
umanità.