"Una malattia chiamata “genitori”" di Anne Ancelin Schützenberger (Italian Edition)
In maniera del tutto inconsapevole, i nostri genitori, i
nostri nonni, i nostri avi, ci lasciano in eredità problemi
non risolti, traumi non “digeriti”, segreti indicibili. Quando
le cose non vengono dette, il corpo – lui sì – deve per
forza esprimerle: questa è la somatizzazione. Il corpo del
bambino – figlio, nipote o pronipote che dir si voglia –
qualunque sia la sua età, si trasforma nella voce
dell’antenato ferito, nella “parola” del suo trauma. Diventa
allora necessario “tirare fuori lo scheletro dall’armadio”,
decodificare le ferite non rimarginate e occuparsene, per
liberarsi – alfine – dal “freddo” che ci hanno portato
dentro.